ADOVABADÀN JAZZ BAND La modernità del buon vecchio Jazz di Alessandro Groppo per Marca Gioiosa mar/apr 2014


Quando si parla di Jazz non si deve pensare a qualcosa di relegato nei piccoli espositori accanto ai centinaia di dischi rock e pop, e nemmeno a una cantilena e suoni stereotipati che aleggiano nei piccoli club destinati agli amanti del genere, ma a una realtà viva e presente più che mai, anche nel nostro Paese. Quello dell’ ADOVABADÀN JAZZ BAND è un mood coadiuvato da svariate influenze sia sonore che stilistiche e un modo di far musica che ha conquistato un buon favore di pubblico sia in Italia che all’estero. Una commistione di musicisti che provengono da esperienze diverse e da differenti parti d’Italia. Parliamo anzitutto del pianista pugliese Franz Falanga, fondatore della band nel 2005 insieme al chitarrista Isaac de Martin, nato ad Abano Terme; due anime del sud e del nord si son fuse, formando una solida base per la contaminazione: basti pensare al banjo di Mauro Brunato che conferisce, con garbo e senza pesantezza, la giusta atmosfera southern ai pezzi. A questi artisti d’altro calibro si uniscono, a mano a mano, Michele Uliana al clarinetto, Nicola Barbon al contrabbasso e Remo Straforini alla batteria. Si è aggiunto, per alcune session il cantante Piero Gesuè: il calore salentino della sua arte e la sua voce graffiante e caustica ben si sono adattate alla filosofia sonora del quintetto. Adovabadàn, dall’assiro-babilonese, si può tradurre “dove vai badando”; un nome emblematico che delinea perfettamente l’espressività armonica del gruppo. Un sound e un andamento spensierati, che han come base lo swing ma che si fregiano dell’inserto di tanti intelligenti abbellimenti formali e tecnici, dando un risultato musicale d’altissima qualità. Son loro che sono andati a scovare e han fatto rivivere quel Jazz di inizio Novecento e autori, spesso italiani, che hanno contribuito alla sviluppo europeo del genere. Gli esempi di Nick La Rocca, Louis Armstrong, Charlie Christian sono solo il terreno fertile sul quale son stati coltivati brani d’indicibile soavità e allo stesso tempo dotati di forte carisma e incisività; basti pensare a Sui campi o all’incalzante e a tratti impetuosa Cittu Cittu. Oltre a un album registrato nel 2009 e a un meraviglioso vinile registrato nel 2011 – che vanta la collaborazione con artisti come Gianluca Carollo alla tromba, Beppe Calamosca al trombone e Carla Marcotulli alla voce - la band può annoverare numerosi live in tutte le parti d’Italia e anche all’estero: Budapest Berlino e Parigi sono solo alcune delle mete degli Adovabadàn. È questo il vintage sempre di moda, una melodia alternativa e sempre nuova che supera le barriere del tempo e lascia in bocca quel sapore, allo stesso tempo dolce e melanconico, di un Jazz limpido e vero, di una musica distesa e leggera che accompagna splendidamente attimi di pura beatitudine.


Alessandro Groppo per Marca Gioiosa mar/apr 2014

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